Il Programma PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), che promuove attività congiunte di ricerca e innovazione nel settore agri-food tra Paesi del Mediterraneo, annuncia i primi 18 vincitori dei bandi 2018 – sezione 2.
“PRIMA” dichiara il Commissario Europeo per la ricerca, la scienza e l’innovazione, Carlos Moedas “è il più grande risultato raggiunto finora nella cooperazione euro-mediterranea per la ricerca e l’innovazione. Il programma ha l’obbiettivo di contribuire a soddisfare due tra le principali esigenze dell’essere umano: l’accesso all’acqua potabile e il cibo.”
Con un budget di 500 milioni di euro, cofinanziato dai 19 paesi partecipanti (11 Paesi UE e 8 Paesi non-UE) e dalla Commissione Europea, PRIMA sostiene la ricerca e l’innovazione attraverso finanziamenti distribuiti su un arco temporale di 7 anni.
I primi bandi, riguardanti le tre aree tematiche di PRIMA (gestione efficiente delle risorse idriche, agricoltura sostenibile, filiera agro-alimentare), del valore annuo complessivo di 48 milioni, hanno ottenuto una grande attenzione da parte dei ricercatori e degli innovatori, con la partecipazione di 840 consorzi e 5.400 unità di ricerca provenienti da 24 Paesi. In ciascun consorzio era presente almeno un’unità di ricerca della costa Sud del Mediterraneo. Assai positivi sono risultati anche la partecipazione di genere e il coinvolgimento delle piccole e medie imprese.
Dopo due stadi di valutazione condotti da esperti indipendenti secondo le rigorose regole di Horizon 2020, il programma quadro per la ricerca e l’innovazione dell’Unione Europea, sono stati individuati i primi 18 consorzi beneficiari del finanziamento: tra questi l’Italia ne coordina 9, mentre 15 vedono la partecipazione di unità di ricerca italiane all’interno dei progetti.
Le proposte dei ricercatori italiani riguardano innovazioni sostenibili inerenti all’area del Mediterraneo relative alla gestione delle risorse idriche nei sistemi agricoli, modellizzazione del rischio per garantire la sicurezza microbica e la qualità degli alimenti, sistemi di monitoraggio della trasmissione del virus Bluetongue negli ovini, gestione sostenibile delle acque sotterranee in acquiferi costieri attraverso una governance innovativa, adattamento delle colture di frutta al cambiamento climatico, prevenzione di geminivirus nelle verdure, utilizzo della diversità genetica locale per sfruttare l’adattamento dell’orzo in ambienti difficili, resilienza agli stress abiotici nel grano duro, sistemi acquaponici per migliorare la sostenibilità delle produzioni alimentari, azioni preventive ai LAGovirus, riduzione dei patogeni fungini nelle colture di fragole, gestioni irrigue del riso alternative a quelle tradizionali, valutazione e mappatura delle risorse idriche sotterranee degli acquiferi carsici, adattamento delle colture mediterranee al cambiamento climatico, valorizzazione dei formaggi prodotti da caglio da cardo.
Nell’attivazione del Programma, l’Italia svolge un ruolo centrale tramite il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) che ne sostiene le attività e contribuisce al finanziamento. “Il programma PRIMA,” dichiara il ministro Marco Bussetti “per le sue ricadute concrete su un settore essenziale come l’agroalimentare, dimostra come la cooperazione scientifica sia strategica non solo per la qualità della vita e lo sviluppo delle regioni interessate, ma anche per una vera solidarietà fra Paesi dell’area mediterranea. È una testimonianza concreta di quella che ho definito come “diplomazia della ricerca”. L’alta qualità del contributo italiano è del resto una importante testimonianza del grande livello raggiunto dalle nostre istituzioni scientifiche”.
“L’ampia partecipazione di ricercatori e imprese delle due sponde del Mediterraneo” sottolinea Angelo Riccaboni Presidente della Fondazione PRIMA “attestano il successo dell’iniziativa. Un grazie particolare alla Commissione Europea, al Governo Italiano e al MIUR per il loro sostegno e supporto. Un augurio ai progetti selezionati perché contribuiscano alle trasformazioni necessarie nei settori idrico ed agro-alimentare del Mediterraneo, promuovendo impatti positivi a beneficio degli agricoltori, della società civile e dei consumatori finali”.
Il coordinamento dell’iniziativa in Italia vede la concreta partecipazione, al fianco del MIUR, del sistema universitario tramite la CRUI, del CNR, del Ministero delle Politiche Agrarie Alimentari, Forestali e del Turismo attraverso il CREA, del Ministero dell’Ambiente tramite ISPRA, del Ministero dello Sviluppo Economico tramite l’ENEA, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero della Salute tramite l’Istituto Superiore di Sanità e di rappresentanti del mondo delle imprese e degli agricoltori.
Oggi, 13 dicembre, presso il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, si svolge l’info-day del programma PRIMA, per presentare i bandi 2019, che saranno lanciati entro la fine dell’anno, per un valore di circa 60 milioni.
Oltre alle call, nel nuovo anno il Partenariato promuoverà ulteriormente il coinvolgimento degli stakeholder e la valorizzazione della ricerca e dell’innovazione nei settori di riferimento, attraverso il lancio di un Osservatorio ad hoc, denominato POI, e con attività di capacity building, mediante formazione a distanza, in stretta sinergia con i principali attori pubblici e privati del Mediterraneo.
Le attività di divulgazione e promozione del Programma sono supportate, nel nostro Paese, dal Segretariato Italiano di PRIMA, con sede all’Università degli Studi di Siena.
Il Programma PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), che promuove attività congiunte di ricerca e innovazione nel settore agri-food tra Paesi del Mediterraneo, annuncia i primi 18 vincitori dei bandi 2018 – sezione 2.
“PRIMA” dichiara il Commissario Europeo per la ricerca, la scienza e l’innovazione, Carlos Moedas “è il più grande risultato raggiunto finora nella cooperazione euro-mediterranea per la ricerca e l’innovazione. Il programma ha l’obbiettivo di contribuire a soddisfare due tra le principali esigenze dell’essere umano: l’accesso all’acqua potabile e il cibo.”
Con un budget di 500 milioni di euro, cofinanziato dai 19 paesi partecipanti (11 Paesi UE e 8 Paesi non-UE) e dalla Commissione Europea, PRIMA sostiene la ricerca e l’innovazione attraverso finanziamenti distribuiti su un arco temporale di 7 anni.
I primi bandi, riguardanti le tre aree tematiche di PRIMA (gestione efficiente delle risorse idriche, agricoltura sostenibile, filiera agro-alimentare), del valore annuo complessivo di 48 milioni, hanno ottenuto una grande attenzione da parte dei ricercatori e degli innovatori, con la partecipazione di 840 consorzi e 5.400 unità di ricerca provenienti da 24 Paesi. In ciascun consorzio era presente almeno un’unità di ricerca della costa Sud del Mediterraneo. Assai positivi sono risultati anche la partecipazione di genere e il coinvolgimento delle piccole e medie imprese.
Dopo due stadi di valutazione condotti da esperti indipendenti secondo le rigorose regole di Horizon 2020, il programma quadro per la ricerca e l’innovazione dell’Unione Europea, sono stati individuati i primi 18 consorzi beneficiari del finanziamento: tra questi l’Italia ne coordina 9, mentre 15 vedono la partecipazione di unità di ricerca italiane all’interno dei progetti.
Le proposte dei ricercatori italiani riguardano innovazioni sostenibili inerenti all’area del Mediterraneo relative alla gestione delle risorse idriche nei sistemi agricoli, modellizzazione del rischio per garantire la sicurezza microbica e la qualità degli alimenti, sistemi di monitoraggio della trasmissione del virus Bluetongue negli ovini, gestione sostenibile delle acque sotterranee in acquiferi costieri attraverso una governance innovativa, adattamento delle colture di frutta al cambiamento climatico, prevenzione di geminivirus nelle verdure, utilizzo della diversità genetica locale per sfruttare l’adattamento dell’orzo in ambienti difficili, resilienza agli stress abiotici nel grano duro, sistemi acquaponici per migliorare la sostenibilità delle produzioni alimentari, azioni preventive ai LAGovirus, riduzione dei patogeni fungini nelle colture di fragole, gestioni irrigue del riso alternative a quelle tradizionali, valutazione e mappatura delle risorse idriche sotterranee degli acquiferi carsici, adattamento delle colture mediterranee al cambiamento climatico, valorizzazione dei formaggi prodotti da caglio da cardo.
Nell’attivazione del Programma, l’Italia svolge un ruolo centrale tramite il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) che ne sostiene le attività e contribuisce al finanziamento. “Il programma PRIMA,” dichiara il ministro Marco Bussetti “per le sue ricadute concrete su un settore essenziale come l’agroalimentare, dimostra come la cooperazione scientifica sia strategica non solo per la qualità della vita e lo sviluppo delle regioni interessate, ma anche per una vera solidarietà fra Paesi dell’area mediterranea. È una testimonianza concreta di quella che ho definito come “diplomazia della ricerca”. L’alta qualità del contributo italiano è del resto una importante testimonianza del grande livello raggiunto dalle nostre istituzioni scientifiche”.
“L’ampia partecipazione di ricercatori e imprese delle due sponde del Mediterraneo” sottolinea Angelo Riccaboni Presidente della Fondazione PRIMA “attestano il successo dell’iniziativa. Un grazie particolare alla Commissione Europea, al Governo Italiano e al MIUR per il loro sostegno e supporto. Un augurio ai progetti selezionati perché contribuiscano alle trasformazioni necessarie nei settori idrico ed agro-alimentare del Mediterraneo, promuovendo impatti positivi a beneficio degli agricoltori, della società civile e dei consumatori finali”.
Il coordinamento dell’iniziativa in Italia vede la concreta partecipazione, al fianco del MIUR, del sistema universitario tramite la CRUI, del CNR, del Ministero delle Politiche Agrarie Alimentari, Forestali e del Turismo attraverso il CREA, del Ministero dell’Ambiente tramite ISPRA, del Ministero dello Sviluppo Economico tramite l’ENEA, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero della Salute tramite l’Istituto Superiore di Sanità e di rappresentanti del mondo delle imprese e degli agricoltori.
Oggi, 13 dicembre, presso il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, si svolge l’info-day del programma PRIMA, per presentare i bandi 2019, che saranno lanciati entro la fine dell’anno, per un valore di circa 60 milioni.
Oltre alle call, nel nuovo anno il Partenariato promuoverà ulteriormente il coinvolgimento degli stakeholder e la valorizzazione della ricerca e dell’innovazione nei settori di riferimento, attraverso il lancio di un Osservatorio ad hoc, denominato POI, e con attività di capacity building, mediante formazione a distanza, in stretta sinergia con i principali attori pubblici e privati del Mediterraneo.
Le attività di divulgazione e promozione del Programma sono supportate, nel nostro Paese, dal Segretariato Italiano di PRIMA, con sede all’Università degli Studi di Siena.