Europe Sustainable Development Report 2023

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La V edizione del report indica le azioni prioritarie per le prossime elezioni europee e per un nuovo patto che rafforzi la leadership dell’UE sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ONU

Riccaboni tra i primi firmatari della call to action

È stata pubblicata ieri, 25 gennaio 2024, la quinta edizione del Rapporto sullo Sviluppo Sostenibile in Europa (ESDR) realizzato da SDSN (Sustainable Development Solutions Network) in collaborazione con SDSN Europe e l’European Economic and Social Committee (EESC). 

L’edizione di quest’anno punta a fornire contributi utili per rafforzare la leadership dell’Europa nell’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e, a completamento, pubblica un appello in vista delle importanti elezioni europee di giugno 2024 e del “Summit del Futuro” convocato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite nel settembre 2024. 

Il prof. Angelo Riccaboni, in qualità di Co Chair di SDSD Europe, Chair di SDSN Mediterranean, Presidente del Santa Chiara Lab – Università di Siena e della Fondazione PRIMA, è tra i 200 scienziati, esperti e professionisti provenienti da 25 paesi europei che ha firmato la call to action nella quale si indicano 10 azioni prioritarie rivolte ai politici per rafforzare il ruolo guida dell’Europa al livello internazionale nel perseguire l’Agenda 2030, con i suoi 17 SDGs , e l’accordo di Parigi sul clima. 

Europe Sustainable Development Report 2023/24

Il rapporto ha fornito un contributo importante nella formulazione delle 10 indicazioni: rivela infatti che, al ritmo attuale, un terzo degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile non sarà raggiunto dall’UE entro il 2030 e che in Europa devono essere intraprese azioni decisive per evitare di arrivare a situazioni irreversibili sul piano ambientale e pericolose su quello sociale e per mantenere la possibilità di conseguire gli obiettivi globali di sostenibilità.

Esistono differenze significative tra i diversi paesi europei: un quarto degli SDGs sarà disatteso in Europa settentrionale e occidentale e circa la metà di essi nell’Europa meridionale e in media nell’Europa centrale e orientale. Molteplici e simultanee crisi sanitarie, geopolitiche, climatiche e finanziarie hanno portato a un rallentamento dei progressi di attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in Europa, dovuto in particolare alla lentezza dei progressi socioeconomici e degli obiettivi ambientali. Per il quarto anno consecutivo la Finlandia è in testa all’indice SDG, ma anche i paesi più virtuosi (in cima all’indice) devono affrontare sfide significative nel raggiungimento di diversi SDGs. L’UE si trova ad affrontare le maggiori sfide nel consumo e nella produzione responsabili, nel clima e nella biodiversità, nello sfruttamento del suolo e nell’alimentazione sostenibile e nel promuovere la convergenza nel progresso verso gli obiettivi di sostenibilità tra i suoi Stati membri. Inoltre, il rapporto evidenzia come l’UE, attraverso un consumo e un commercio insostenibili, generi grandi ricadute negative sul resto del mondo.

Le 10 proposte frutto del contributo degli esperti forniscono quindi precise indicazioni su come rafforzare la leadership dell’Europa sui temi degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: evidenziano che è necessario intraprendere azioni decisive per sostenere la loro attuazione e l’Accordo di Parigi sul clima, che sono necessari investimenti a lungo termine e impegno nella cooperazione per affrontare le sfide legate all’ambiente, all’economia e alla società entro il 2030 in chiave non solo europea ma globale. Le 10 azioni contenute nell’appello promosso dai 200 firmatari sono alla base della proposta di costituzione di un patto europeo rivolto ai politici e alle istituzioni europee affinché se ne facciano garanti nel prossimo decennio.

Di seguito le 10 azioni prioritarie:

  1. Rispondere al grave pericolo di varcare “soglie irreversibili” negative sul piano sociale – ridurre in modo significativo il rischio di povertà e di esclusione sociale dei cittadini europei. 
  2. Raddoppiare gli sforzi per conseguire l’azzeramento delle emissioni nette nell’UE entro il 2050, con importanti progressi già entro il 2030. 
  3. Rafforzare la capacità degli enti regionali e locali di conseguire gli SDGs – monitorare e comunicare regolarmente lo stato di avanzamento dell’attuazione degli SDG a tutti livelli. 
  4. Ridurre le ricadute negative a livello internazionale e sostenere la trasformazione verso un sistema commerciale sostenibile. 
  5. Fare leva sul team Europa per la diplomazia globale in materia di SDGs – rafforzare forme di governance diversificate e universali, in particolare le Nazioni Unite. 
  6. Rafforzare il ruolo multilaterale dell’Europa – guidare gli sforzi globali per riformare l’architettura finanziaria mondiale. 
  7. Riorientare i partenariati internazionali dell’UE sugli OSS – passare a una cooperazione trasformativa. 
  8. Mobilitare i mezzi finanziari necessari per le trasformazioni verso un futuro sostenibile. 
  9. Istituzionalizzare l’integrazione degli SDGs nella pianificazione strategica, nel coordinamento macroeconomico, nei processi di bilancio, nelle missioni di ricerca e innovazione e in altri strumenti di politica.
  10. Istituire nuovi meccanismi permanenti per un impegno strutturato e significativo con la società civile, compresi i giovani, e in seno al Parlamento europeo sui percorsi e le politiche in materia di SDGs.

Il rapporto completo è consultabile ai seguenti link:

Website sdgtransformationcenter.org

Data Visualization: eu-dashboards.sdgindex.org


Call to action ITA [download PDF] Call to action ENG [download PDF]

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